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Sport come inclusione crescita e socializzazione

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Ogni essere umano, uomo, donna, bambino in età prescolare, persona anziana, ha il diritto fondamentale di accedere all’educazione fisica e allo sport, dimensioni indispensabili per lo sviluppo della personalità, delle attitudini, della volontà e della padronanza di sé a livello intellettuale e morale. La continuità dell’attività fisica e della pratica dello sport devono essere assicurate per tutta la vita, per mezzo di un’educazione permanente, globale e democratizzata, per favorire la piena integrazione di ciascuno all’interno della società.

Questo è quanto si evince nella “Carta Internazionale per l’Educazione Fisica e lo Sport” (21 Novembre 1978).

Sport come crescita, come socializzazione, sport come INCLUSIONE: lo stereotipo comune designa le persone con disabilità come malati, bisognosi di cure e supporto. Al contrario, inserite nel contesto sportivo mostrano passione, grande determinazione e voglia di mettersi in gioco.

L’attività sportiva li aiuta a migliorare la loro indipendenza: non si parla di limiti, ma di POTENZIALITA’, di RISORSE, ponendo al centro la persona nella sua globalità. Una migliore conoscenza di sé stessi migliora l’autostima e l’apertura al mondo esterno: accresciute occasioni di incontro e socializzazione, abbattono paura, pregiudizi ed isolamento. 

“Essere speciali significa proprio riuscire a far capire che il tuo punto debole diventa quello di cui vai più fiero.” - Bebe Vio

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