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“ALLENAMENO CASALINGO”, È POSSIBILE?!

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“ALLENAMENO CASALINGO”, È POSSIBILE?!

 

“I campioni non si costruiscono in palestra. Si costruiscono dall'interno, partendo da qualcosa che hanno nel profondo: un desiderio, un sogno, una visione” - Muhammad Ali

 

Per raggiungere i propri obiettivi sono necessarie ore e ore di allenamento giornaliero in pista da ballo?! Sicuramente l’allenamento è importante, ma va sempre calibrato sulla base di livello, età e necessità di ogni atleta.

Per i nostri giovani atleti, passare del TEMPO DI QUALITA’ nel contesto sportivo è di fondamentale importanza per la loro crescita sportiva e soprattutto relazionale. Sottolineo che ho utilizzato il concetto di tempo di qualità: non è necessario passare tante ore in pista, ma risulta fondamentale valorizzare il tempo che si ha a disposizione. Tra i compiti degli allenatori, risulta fondamentale trasmettere ai giovani atleti l’importanza dell’allenamento, della pratica costante e soprattutto renderli autonomi nell’allenamento individuale.

Considerando il punto di vista delle famiglie, risulta spesso impegnativo conciliare gli impegni sportivi con i bisogni e le necessità del quotidiano, come ad esempio organizzare le diverse trasferte settimanali per lezioni, allenamenti, competizioni, etc.

Soffermiamoci sul concetto di allenamento, considerandolo un concetto multidimensionale: l’allenamento sulla pista da ballo è sicuramente il più importante per diversi aspetti (supervisione dell’allenatore, partnering, condivisione e coesione sociale, etc.), ma non è l’unico aspetto!

 

Ecco alcuni consigli per supportare i nostri giovani ballerini anche a casa!

  • CREA UNO SPAZIO DI PRATICA: basta un angolo libero e uno specchio per rendere la pratica sicura e piacevole
  • STRETCHING INSIEME: Dedicate 10-15 minuti al giorno per migliorare la flessibilità e passare del tempo insieme.
  • GUARDA VIDEO DI DANZA: Scoprite nuovi stili insieme e lasciatevi ispirare da esibizioni appassionanti!
  • LEGGI I NOSTRI ARTICOLI: RD MAGAZINE in versione cartacea è nato proprio per voi

 

Questi semplici ma utili consigli possono essere un’occasione per rendere la danza un’esperienza condivisa, consentendo ai nostri giovani atleti di praticare e sperimentare anche a casa!

UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO – OLIMPIARDI 2024

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Quanto è importante per i nostri atleti un ambiente supportivo e aggregante?!

In un contesto competitivo, in cui i ragazzi si trovano spesso a gareggiare l’uno contro l'altro, risulta fondamentale lavorare sulla coesione sociale e sul senso di appartenenza alla comunitá.

Ho voluto così dare vita al progetto delle OlimpiaRDi, creando un momento di condivisione, aperto a tutta la comunità sportiva, per inaugurare la nuova stagione agonistica. Sono voluta uscire dagli schemi, proponendo un'attività di team building che coinvolgesse tutti gli agonisti di Ritmo Danza e le loro famiglie. Attraverso il filo conduttore della danza sportiva, i partecipanti si sono cimentati in diverse attività, mettendosi in gioco e collaborando tra di loro. 

Reputo che, in una comunità sportiva eterogenea come quella di Ritmo Danza (per differenze di età, categorie ed esperienza), sia importante, attraverso questi progetti, sostenere e contribuire al BENESSERE MENTALE dei suoi membri. In particolare, per gli atleti, una prestazione eccellente è il prodotto di una preparazione globale, suddivisibile in quattro macroaree: atletica, tecnica, tattico-strategica e mentale. Al tempo stesso, anche l’armonia del contesto in cui gli atleti sono inseriti quotidianamente assume un importante ruolo: un ambiente facilitante, quindi supportivo e aggregante, contribuisce al BENESSERE della PERSONA e di conseguenza va ad influire sulla PRESTAZIONE dell’ATLETA.

In occasione delle OlimpiaRDi, i partecipanti si sono cimentati in diverse attività, mettendosi in gioco e collaborando tra di loro: agonisti di ogni età e genitori hanno vissuto un'esperienza diversa dal solito, condividendo la pista da ballo e uscendo dalla loro zona di comfort. Dalla suddivisione in squadre miste rappresentanti Stati di tutto il mondo, alla preparazione del proprio inno, alle sfide a suon di tango e di jive… Sono risultate necessarie la capacità di collaborare, porsi in ascolto dell’Altro e sapersi mettere in gioco, con spirito di iniziativa ed entusiasmo. Come ci ha insegnato Michael Jordan, “Il talento fa vincere le partite, ma l’intelligenza e il LAVORO DI SQUADRA fanno vincere i campionati”.

 

Sono molto entusiasta della bella atmosfera che si e' creata alle OlimpiaRDi: reputo che queste tipologie di attività siano altamente formative ed aggreganti, incidendo positivamente sull'empowerment della comunità sportiva.

Sono fiduciosa di dare vita in futuro a nuovi progetti affini, proponendo attività particolari e inusuali, tali da permettere ai partecipanti di uscire dalla propria comfort zone, sperimentare e lavorare in rete, con l'obiettivo di rafforzare la COESIONE DEL GRUPPO e l’EFFICACIA COLLETTIVA.

 

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, LAVORARE INSIEME UN SUCCESSO”

IL PENSIERO POSITIVO COME ARMA VINCENTE NELLO SPORT E NELLA VITA

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“Credi in te stesso e in tutto ciò che sei. Sappi che c’è qualcosa dentro di te che è più grande di qualsiasi ostacolo.” (Christian D. Larson)

 

Quanto è complice la mente del nostro successo? Assumere un atteggiamento positivo ci aiuta ad affrontare in maniera ottimale qualsiasi aspetto della nostra vita.

In particolare per i nostri giovani atleti, lo sport e la scuola sono i principali contesti in cui si trovano ad affrontare una continua alternanza tra situazioni di successo e situazioni di fallimento. Per ottenere dei buoni risultati, diventa rilevante assumere un modo di pensare positivo: diversi studi in ambito sportivo, hanno dimostrato come atteggiamenti e pensieri positivi siano in grado di contribuire a buoni livelli di performance.

Sviluppare una buona consapevolezza delle proprie capacità e risorse risulta un passaggio fondamentale per sviluppare un dialogo interno che si focalizzi su pensieri positivi: “l’avversario è molto forte, ma voglio dare il meglio di me” trasmette sicurezza, autostima, determinazione; al contrario un pensiero come “E’ troppo forte, non ce la farò mai” rischia di alimentare la così detta “profezia che si auto-avvera”.

Questo non vuole dire che dobbiamo pensare ai nostri ragazzi come degli atleti invincibili, ma possiamo supportarli nello sviluppo del self-talk. Ad esempio, prima di una gara, possiamo mostrare loro il nostro sostegno e incoraggiamento attraverso l’espressione di una PAROLA-CHIAVE (che richiami un gesto tecnico dello sport praticato) o una breve FRASE STIMOLANTE, tale da contribuire al processo di attivazione mentale. Quella che può sembrare una semplice parola, può invece contribuire in positivo al dialogo interno dei nostri ragazzi, incrementando la loro autostima e fiducia nelle proprie capacità.

Il pensiero positivo diventa fondamentale soprattutto nei momenti di difficoltà, quali ad esempio la sconfitta o l’errore in una gara importante, un brutto voto a scuola. Abbiamo già precedentemente evidenziato come l’errore sia fondamentale nel percorso di crescita di ogni individuo: la differenza si riscontra nel come l’errore viene affrontato. “Ho sbagliato, ma voglio rimediare”, “Ho sottovalutato la mia preparazione, mi allenerò (studierò) di più”.

Sosteniamo i nostri ragazzi nel visualizzare le difficoltà come una possibilità per individuare le proprie potenzialità e un’opportunità di miglioramento, e non come il risultato di un limite personale.

 

“Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.” (Michael Jordan)

 

Matilde Poluzzi

atleta agonista di Danza Sportiva,

laureata in Psicologia scolastica e di comunità

GENITORI A SCUOLA DI SPORT

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“I giovani non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere” (Plutarco)

 

Cari genitori, oggi non parleremo di cosa vuole dire essere un padre o una madre, sono certa che quello lo sapete già fare benissimo, senza bisogno delle mie parole.

Oggi parleremo di quello che è l’importante ruolo dei genitori all’interno del contesto sportivo. Non vi nego che è sicuramente un ruolo molto delicato, ma fondamentale per il percorso sportivo dei vostri figli.

Ahimè, devo subito mettere in chiaro che la prima e l’ultima parola spettano sempre all’allenatore, perché è proprio lui ad assumere il ruolo di educatore, guida e facilitatore all’interno del contesto sportivo. Per vostro figlio/a ciò che dice l’allenatore, è legge! Ed è giusto che sia così! Come a scuola ci sono gli insegnanti, nello sport ci sono gli allenatori. Ed è qui che vi chiedo il primo grande sforzo: AFFIDIAMOCI AGLI ALLENATORI! Sì, dico proprio a voi genitori: fareste bene ad affidarvi, in quanto l’allenatore sa cosa è meglio per il suo atleta, e sono certa che, se mai gli chiederete spiegazioni in merito a una decisione presa, non avrà problemi ad offrirvi un confronto. Reputo infatti fondamentale un CONFRONTO ATTIVO tra allenatori e genitori: il vostro obiettivo comune è il benessere del giovane, che è un figlio, un atleta, ma soprattutto una persona che ha bisogno di un SOSTEGNO e SUPPORTO CONDIVISO dalle sue figure di riferimento, ovvero i propri genitori e i propri allenatori/insegnanti.

Ricordate sempre che il contesto sportivo è il suo spazio, uno spazio in cui può sentirsi libero di esprimersi, sperimentare, sbagliare e crescere. E allora, state sempre al suo fianco, SUPPORTANDOLO (e molto spesso sopportandolo) nel suo percorso di crescita come atleta, qualsiasi sia il suo livello. Accompagnatelo se potete alle competizioni o alle partite, ma senza mai invadere i suoi spazi: prima di entrare in pista o in campo, siate certi che lui/lei butterà sempre un occhio verso gli spalti in cerca del vostro sguardo, in cerca di un cenno di incoraggiamento. Al termine della competizione, fate i genitori: “come ti senti?”, “ti sei divertito?”. Lasciate i commenti tecnici agli allenatori: non importa che abbia vinto o perso, che abbia giocato bene o male. Quello che deve interessare a voi genitori è che vostro figlio/a si sia DIVERTITO!

Aiutiamolo, incoraggiamolo… Non alleniamolo!

 

Matilde Poluzzi

atleta agonista di danza sportiva,

laureata in Psicologia scolastica e di comunità

 

SPORT ED EMOZIONI: SPERIMENTARE, RICONOSCERE … EMOZIONARE!

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“Lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla” (Pierre de Coubertin)

Cosa è un’EMOZIONE?! Deci (1980) la definisce una reazione ad uno stimolo (reale o immaginato) che comporta modificazioni a livello fisiologico. Possiamo definire l’emozione una risposta, che può essere comunicata attraverso canali differenti, come ad esempio l’espressione del viso o un’azione.

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