IL PENSIERO POSITIVO COME ARMA VINCENTE NELLO SPORT E NELLA VITA
“Credi in te stesso e in tutto ciò che sei. Sappi che c’è qualcosa dentro di te che è più grande di qualsiasi ostacolo.” (Christian D. Larson)
Quanto è complice la mente del nostro successo? Assumere un atteggiamento positivo ci aiuta ad affrontare in maniera ottimale qualsiasi aspetto della nostra vita.
In particolare per i nostri giovani atleti, lo sport e la scuola sono i principali contesti in cui si trovano ad affrontare una continua alternanza tra situazioni di successo e situazioni di fallimento. Per ottenere dei buoni risultati, diventa rilevante assumere un modo di pensare positivo: diversi studi in ambito sportivo, hanno dimostrato come atteggiamenti e pensieri positivi siano in grado di contribuire a buoni livelli di performance.
Sviluppare una buona consapevolezza delle proprie capacità e risorse risulta un passaggio fondamentale per sviluppare un dialogo interno che si focalizzi su pensieri positivi: “l’avversario è molto forte, ma voglio dare il meglio di me” trasmette sicurezza, autostima, determinazione; al contrario un pensiero come “E’ troppo forte, non ce la farò mai” rischia di alimentare la così detta “profezia che si auto-avvera”.
Questo non vuole dire che dobbiamo pensare ai nostri ragazzi come degli atleti invincibili, ma possiamo supportarli nello sviluppo del self-talk. Ad esempio, prima di una gara, possiamo mostrare loro il nostro sostegno e incoraggiamento attraverso l’espressione di una PAROLA-CHIAVE (che richiami un gesto tecnico dello sport praticato) o una breve FRASE STIMOLANTE, tale da contribuire al processo di attivazione mentale. Quella che può sembrare una semplice parola, può invece contribuire in positivo al dialogo interno dei nostri ragazzi, incrementando la loro autostima e fiducia nelle proprie capacità.
Il pensiero positivo diventa fondamentale soprattutto nei momenti di difficoltà, quali ad esempio la sconfitta o l’errore in una gara importante, un brutto voto a scuola. Abbiamo già precedentemente evidenziato come l’errore sia fondamentale nel percorso di crescita di ogni individuo: la differenza si riscontra nel come l’errore viene affrontato. “Ho sbagliato, ma voglio rimediare”, “Ho sottovalutato la mia preparazione, mi allenerò (studierò) di più”.
Sosteniamo i nostri ragazzi nel visualizzare le difficoltà come una possibilità per individuare le proprie potenzialità e un’opportunità di miglioramento, e non come il risultato di un limite personale.
“Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.” (Michael Jordan)
Matilde Poluzzi
atleta agonista di Danza Sportiva,
laureata in Psicologia scolastica e di comunità